Da tanti anni ormai la situazione economica in Italia e anche in Europa è assolutamente precaria, anche se è indubbio che un piccolo miglioramento negli ultimi tempi c è stato e i segnali positivi ci sono.
Quando c è una crisi economica cosi pesante e cosi estesa, spesso per fortuna, ci sono dei soggetti che hanno delle idee rivoluzionarie e intelligenti, che riescono a donare tanti vantaggi alle persone che devono far fronte a problemi economici significativi.
Da questo punto di vista un concetto che si è affermato negli ultimi anni e che ha migliorato la vita di tante persone è sicuramente la sharing economy, che viene usata ormai in parecchi ambiti economici e sociali. Dobbiamo però considerare che comprendere questo concetto non è per nulla facile e infatti si usano tante definizioni e parole per cercare di spiegare questo fenomeno come per esempio gig economy, peer economy, consumo collaborativo o economia on-demand.
Queste definizioni sono utili per spiegare i vari aspetti e le varie sfaccettature di un fenomeno che si sta espandendo a vista d’occhio e che nel futuro sarà sempre più presente nella vita delle persone. Andiamo però a scoprire qualcosa in più sulla declinazione di questo termine.
Gig economy e PEER-TO-PEER (P2P) ECONOMY: come funziona
Se vogliamo trovare una definizione semplice e comprensibile per tutti di questo termine, possiamo dire che per gig economy si intende un modello di business nel quale operano tanti liberi professionisti indipendenti che offrono dei servizi, in base alla loro specializzazione, alle persone che hanno l’obiettivo di non spendere tanto, ma che si aspettano dei lavori efficaci e di qualità.
Un esempio in tal senso è sicuramente Tabbid, il social network dei lavoretti che negli ultimi anni sta spopolando nel nostro paese e che sta avendo un grande successo. In questo social ci si può registrare sia per trovare dei professionisti validi, ma anche per trovare lavoro e farsi conoscere da tanti clienti!
Invece per quanto riguarda la Peer-to-Peer Economy coniamo la definizione di Michel Bauwens, teorico, scrittore e ricercatore belga:” la Peer-to-Peer Economy è un modello decentralizzato dove individui interagiscono per comprare o vendere beni e servizi direttamente l’uno con l’altro, senza intermediazione di una terza parte, o senza l’uso di un’azienda”
Per spiegare questo fenomeno egli si serve di tanti casi come per esempio il modello Curto Cafè di Niteroi, vicino a Rio De Janeiro. Questa comunità è molto particolare e interessante in quanto non si pone come gerarchica o basata su modelli rigidi.
Infatti all’interno non ci sono lavoratori che fanno parte di uno staff in maniera continua, costante e permanente ma opera una catena produttiva libera e aperta, che ha lo scopo di produrre caffè in maniera sostenibile, evitando lo sfruttamento dei produttori primari. Per raggiungere questo obiettivo utilizza di mezzi molto moderni come per esempio il crowdfunding, utile per migliorare la distribuzione.
Bowens crede moltissimo in questa forma di economia e pensa che sarà molto usata in futuro, in quanto sarà la principale alternativa al capitalismo!
Sharing Economy: opinioni significative
Su questo argomento si è parlato e dibattuto tantissimo negli ultimi anni in quanto la questione appare complessa, come tutte le novità rivoluzionarie.
Si sono espressi sul tema personaggi di un certo valore e importanza come per esempio Arun Sundararajan, che insegna da molto tempo alla Stern School of Business della New York University e che in un’intervista ha dichiarato senza mezzi termini che” l’organizzazione delle attività economiche si stia trasferendo dall’imprenditore alle ‘folle.
” L’economia della condivisione non è una novità, ma le startup sono essenziali per lanciare idee e implementare quelle che funzionano», dice a EconomyUp il docente della New York University esperto del tema e in futuro per vivere si dovrà costruire qualcosa di proprio”
Il docente ha pubblicato un libro che ha avuto molto successo e che consigliamo di leggere e cioè “The Sharing Economy- The End of Employment and the Rise of Crowd-Based Capitalism” e che spiega molto bene i meccanismi di questo fenomeno, cercando anche di prevedere i risvolti futuri.
Sull’argomento si è espressa anche Rachel Botsman, americana, e che è opinionista per varie testate internazionali. Lei non è molto positiva in quanto afferma:” “la sharing economy è un’idea destinata a durare,ma il quadro sta diventando sempre più confuso e questo è un problema”