I lavori digitali sono sempre più apprezzati dai giovani italiani: a registrarlo è una recente indagine effettuata dai ricercatori dell’Università Niccolò Cusano. Lo studio ha messo in evidenza quali saranno i 7 profili professionali più ambiti nei prossimi 12 mesi: così si è potuto capire quanto la tradizione lavorativa italiana sia sul punto di essere accantonata, a vantaggio di uno sguardo orientato in direzione dell’innovazione tecnologica. Dando un’occhiata alla graduatoria dei lavori più ricercati ci si imbatte in mansioni ormai consolidate sul mercato (gli esperti di digital marketing, per esempio) e in novità: tra queste spiccano i legal tech e gli energy manager. Non è più una sorpresa, invece, sentir parlare di data scientist.
I cambiamenti del mondo del lavoro
Nell’ultimo decennio il mondo del lavoro ha subìto modifiche consistenti: non è un caso che tra le grandi aziende italiane le soluzioni di smart working siano adottate in ben il 90 per cento dei casi. Non solo: nel 2019 il numero di smart workers è aumentato del 15 per cento, ed è facile immaginare che questo trend di crescita prosegua anche nei mesi a venire. Una particolare attenzione va riservata, poi, agli investimenti in ambito sociale e a quelli in campo ambientale: nel primo caso si parla di 14 miliardi di dollari investiti a livello europeo tra il 2016 e il 2018, mentre nel secondo caso la cifra impiegata ha raggiunto i 12 miliardi, sempre nell’arco dello stesso triennio.
La classifica dei lavori più desiderati
La ricerca dell’Università Niccolò Cusano segnala che al primo posto nella classifica delle professioni più ambite dai giovani c’è quella del data scientist: è, in pratica, il ruolo di chi si occupa della gestione dei big data al fine di ottenere informazioni rilevanti per l’impresa per la quale lavora. Chi aspira a ottenere un incarico di questo tipo deve essere in grado di sviluppare algoritmi e avere un’ottima conoscenza della programmazione: per questo, il percorso di formazione consigliato è quello che prevede un corso di laurea in ingegneria.
Le professioni digitali
Sono le professioni digitali, come si può facilmente intuire, a dominare la top 7 delle mansioni che riscuotono il maggior successo tra i giovani. Non è un caso che al secondo posto si trovino i digital HR, cioè i selezionatori e responsabili delle risorse umane che per svolgere il proprio lavoro si servono di LinkedIn, Facebook e ogni altro strumento messo a disposizione della Rete. Scendendo sul terzo gradino del podio si incrociano i legal tech, da più parti definiti come consulenti legali 3.0. Laureati in ingegneria o in giurisprudenza, hanno alle spalle un master in data protection che rappresenta la via di accesso privilegiata a un posto di lavoro. Nel 2019, l’impatto del digital sugli studi legali ha raggiungo il 10 per cento, ed è facile immaginare che nei prossimi anni esso sarà sempre più forte. Per diventare legal tech è necessario essere esperti di reputazione online e di etica sul web, ma soprattutto di protezione dei dati personali e di privacy: concetti che sono diventati ancora più rilevanti da quando, nel 2018, è diventato operativo il GDPR.
Gli altri lavori
In quarta posizione, nella lista dei lavori che attirano l’attenzione dei ragazzi di oggi, ci sono gli energy manager, a cui possono essere attribuite numerose mansioni: a seconda delle imprese in cui sono occupati, essi si impegnano a migliorare la redditività delle aziende, a ridurre i costi, a diminuire la quantità di rifiuti che vengono prodotti, a individuare gli sprechi alimentari e a stabilire gli investimenti secondo un approccio sostenibile. Un rapporto di Confindustria indica che, in Italia, la richiesta di energy manager supera il milione e mezzo di offerte di lavoro nel 2020. Completano l’elenco, poi, gli operation manager, i software & app developer e i digital marketing specialist. Gli operation manager si dedicano a migliorare l’efficienza dei processi aziendali: le loro competenze sono molto richieste, se è vero che per oltre il 25 per cento delle aziende l’aumento della produttività è, insieme con il taglio dei costi, uno degli obiettivi più importanti da perseguire. Agli operation manager spetta, dunque, l’incarico di definire le procedure più adatte per le diverse aree aziendali e per le diverse funzioni, così da garantire un miglioramento dei processi interni. I software & app developer, invece, sono coloro che sanno realizzare infrastrutture web e software applicativi: si stima che solo in Italia ci siano 1 milione e 200mila offerte di lavoro a loro disposizione. Infine, i digital marketing specialist devono progettare sul web piani di marketing e di comunicazione.
Offerte di lavoro 2020: lo scenario e i trend del mondo del lavoro in Italia
Gli esperti ritengono che in Italia ci siano tre settori trainanti per l’economia nazionale: l’ecosostenibilità, la cultura e la rivoluzione digitale. Per l’ecosostenibilità, si stima che Green Economy e Blue Economy siano in grado di generare più di 480mila posti di lavoro. Per la cultura, invece, si parla di oltre 450mila posti, prendendo in considerazione il turismo, l’industria culturale e del patrimonio artistico e il settore della formazione e dell’educazione. Infine, per la rivoluzione digitale si sfiorano i 270mila posti disponibili, grazie alle opportunità messe a disposizione dai big data, dall’intelligenza artificiale e dall’Internet of Things. In un contesto in perenne evoluzione, si ipotizza che chi è oggi uno studente ha il 65 per cento di probabilità di cimentarsi, da adulto, in un lavoro che ora nemmeno esiste.
La ricerca e la scelta del percorso di formazione più adeguato
Sembra molto complicato, allora, riuscire a trovare un percorso di formazione che si riveli redditizio, soprattutto se più della metà dei ragazzi di oggi svolgerà una professione che attualmente non si può ipotizzare. Quel che è certo è che molte mansioni sono destinate a svanire, non solo tra i lavori manuali ma anche e soprattutto tra i ruoli amministrativi. Il consiglio, per gli studenti e per i loro genitori, è quello di provare a individuare i fabbisogni delle imprese per adeguarsi ad essi: solo così possono aumentare le probabilità di anticipare i trend futuri del mercato del lavoro e di capire quali settori offriranno più opportunità.
Che cos’è la digital transformation
La digitalizzazione dell’intera economia è un processo ormai riconosciuto dagli addetti ai lavori e indicato con l’espressione digital transformation: grazie ad essa ci saranno circa 270mila lavori in più. Le competenze digitali saranno richieste per tutte le professioni dell’ICT: competenze non solo informatiche, ma anche matematiche. Il futuro è degli ingegneri, insomma, ma anche dei social media manager, degli artificial intelligence systems engineer, degli analisti di big data, degli esperti di cloud computing, degli analisti di business intelligence e degli esperti di cyber sicurezza. A essere digitalizzati saranno sia gli uffici che le fabbriche, con il coinvolgimento della meccatronica, della robotica e della comunicazione.
La redazione del curriculum: i consigli da tenere a mente
Anche con le nuove professioni del futuro, comunque, per trovare lavoro continuerà a essere necessario saper scrivere un curriculum in modo efficace, per attirare l’attenzione dei recruiter. I ragazzi appena diplomati o laureati non devono commettere lo sbaglio di pensare che a loro il cv serve a poco, visto che non hanno alle spalle esperienze di lavoro da sciorinare: anzi, questa è proprio la loro occasione per farsi conoscere attraverso le loro attività extra scolastiche ed extra professionali.
Le soft skill: il tesoro di ogni curriculum
Gli analisti del settore puntano l’attenzione sulle cosiddette soft skill, sempre più ricercate dai recruiter. Si tratta di quelle capacità individuali non di tipo tecnico, che hanno a che fare con le relazioni interpersonali e più in generale con la sfera umana. Uno degli esempi più comuni è quello fornito dalla leadership, cioè la capacità di essere leader. Ma anche l’abilità nel lavorare in gruppo è apprezzata dai responsabili delle risorse umane. L’importante è che, indicando le proprie soft skill nel curriculum, esso venga redatto con onestà e realismo, e non pensando alle caratteristiche che un selezionatore potrebbe essere interessato a trovare. Per tornare all’esempio della leadership, non tutti siamo nati per essere leader: e un’azienda in cui tutti vogliono essere leader andrebbe ben poco lontano, visto che per ottenere risultati conta il lavoro del collettivo.
Su quali capacità conviene puntare?
D’altro canto, le soft skill che possono attirare l’attenzione di chi legge e valuta un cv sono numerose: per esempio il time management, che consiste nel saper gestire in maniera ottimale il proprio tempo, una dote essenziale nell’epoca dello smart working. Anche le abilità comunicative sono importanti, specialmente dal punto di vista della condivisione delle informazioni e dei feedback: è bene sapere comunicare non solo all’esterno, ma anche con i colleghi e i superiori. E poi ci sono, ovviamente, le già citate capacità tecniche: oltre a citarle nel curriculum, è sempre conveniente fornire prove a sostegno della loro validità. Per esempio, una certificazione è utile per dimostrare di conoscere una lingua straniera, mentre un diploma consente di attestare la frequentazione di un corso di formazione.
Creatività e flessibilità
Saper pensare fuori dagli schemi è indice di grande creatività: una peculiarità che i recruiter apprezzano nei candidati. L’innovazione dipende proprio dall’abilità nell’individuare alternative a ciò che è standard, per consentire la crescita di qualsiasi azienda. E nel momento in cui si verifica un cambiamento è opportuno essere capaci di adattarsi ad esso. Come? Con la flessibilità: evolversi è una necessità inevitabile, ma ogni novità va accettata in modo proattivo, e non subita passivamente. Infine, nel novero delle soft skill è bene includere anche la capacità di problem solving, correlata alla gestione di situazioni complicate.
Le capacità tecniche
Passando alle capacità tecniche, programmazione web e cyber security sono due ambiti che vanno per la maggiore nel mondo del lavoro di oggi. Gli studi segnalano che 1 offerta di lavoro su 4 coinvolge lo sviluppo di siti Internet e programmi: questo vuol dire che una conoscenza della programmazione in codice è una via di accesso privilegiata verso il successo. La protezione dei dati aziendali, d’altro canto, è indispensabile: una certificazione di competenza nel settore della cyber security pone chi la può vantare nel proprio curriculum in una posizione di vantaggio.
Conoscere i social media e la Seo
Sarebbe opportuno, inoltre, saper padroneggiare con competenza i social media e la Seo, cioè l’ottimizzazione per i motori di ricerca. Ciò è vero non solo quando la mansione per cui ci si candida è direttamente correlata al mondo digitale, ma anche se ci si propone per un lavoro che in apparenza attiene a un altro ambito. È sempre una qualità apprezzabile l’essere al passo con i tempi, e avere una marcia in più dal punto di vista del digitale consente di approcciarsi al lavoro e ai business a cui si è interessati con uno sguardo più consapevole.