Allora, parliamoci chiaro: chiedere un aumento fa paura. Sì, anche a chi si sente un leone sul posto di lavoro. Ti sembra sempre di entrare in un campo minato, dove basta un passo falso e… boom! Eppure, arriva un momento in cui guardi lo stipendio, guardi tutto quello che fai, e ti chiedi: “Ma perché no? Perché non dovrei prendere di più?” Spoiler: non c’è niente di male nel voler guadagnare quello che ti meriti. Anzi, è un tuo diritto. Solo che bisogna saperlo fare, e qui ti spiego come chiedere un aumento senza sudare freddo ogni volta che pensi alla parola “stipendio”.
Prima di tutto, guarda in faccia la realtà
Sembra brutale, lo so. Ma il primo passo è capire esattamente che cosa porti in tavola, e non sto parlando della torta per il compleanno del capo. Valuta quello che fai ogni giorno, le responsabilità che hai preso (magari senza nemmeno che te le avessero chieste) e i risultati che hai ottenuto. Non serve falsa modestia. Non è il momento di dire “vabbè, è normale che io faccia straordinari gratis”… eh no! È il momento di mettere tutto in fila e rendersi conto del proprio valore.
Io, ad esempio, mi sono fatto un piccolo dossier, manco fossi un detective: progetti portati a termine, numeri raggiunti, clienti soddisfatti. Non perché volessi vantarmi, ma perché quando vai a parlare di soldi, i numeri aiutano a non farti tremare la voce.
Ah, una cosa importante: datti anche un’occhiata in giro. Scopri quanto pagano gli altri per il tuo stesso ruolo. Non per fare confronti da bar (“eh, ma il mio amico prende il doppio…”), ma per capire se stai chiedendo la luna o solo quello che è giusto.
Il momento perfetto non esiste, ma ci si avvicina
Siamo sinceri: non esiste “l’attimo giusto”. Però ci sono momenti migliori di altri. Tipo? Quando hai appena concluso un progetto importante, oppure quando l’azienda sta andando a gonfie vele. Non andare a bussare alla porta del capo quando è appena uscito da una riunione infernale, fidati. Lo dico per esperienza.
Io ho aspettato. Ho respirato. Ho osservato. E quando ho visto che l’acqua era calma (niente licenziamenti in vista, bilanci in ordine), sono entrato in ufficio. Non durante la pausa caffè, ma chiedendo un appuntamento vero, di quelli che si scrivono in agenda. E lì, con calma, ho spiegato come chiedere un aumento non fosse un capriccio, ma la logica conseguenza del lavoro fatto.
Non andare allo sbaraglio, preparati un piano
Qui scatta il gioco serio. Non puoi alzarti una mattina e dire “oggi chiedo un aumento” così, a sentimento. Serve un piano, amico mio. Ti parlo per esperienza personale: se non hai le idee chiare, rischi di balbettare e sembrare insicuro, e questo non ti aiuta.
Io, ad esempio, ho scritto tutto su un foglio. Sì, proprio carta e penna. Così, quando mi si annodava la lingua, guardavo lì e mi ricordavo tutto quello che avevo fatto di buono. Dal progetto che aveva portato un nuovo cliente, alla gestione di quella crisi che sembrava il Titanic. Dimostra con i fatti perché stai chiedendo di più, non con chiacchiere.
E non dimenticare: preparati anche a sentire dei “no”. Immagina già le obiezioni che potrebbero arrivare e pensa a come rispondere senza andare in tilt. Io ho provato davanti allo specchio, mi sembrava una follia… ma funziona!
Il coraggio di dire le cose in faccia (senza sembrare uno spaccone)
Adesso viene il bello: parlare. Qui, devi trovare l’equilibrio tra l’essere deciso e l’essere educato. Non devi sembrare né il tipo che “o mi dai l’aumento o me ne vado”, né quello che supplica con gli occhi lucidi. Il tono deve essere quello di chi sa cosa vale e lo dice con rispetto.
Quando ho fatto il mio discorso, ho iniziato raccontando quanto mi piaceva il lavoro che facevo, le sfide che mi motivavano ogni giorno. Poi, piano piano, sono arrivato al punto. Ho detto chiaramente che, vista la crescita del mio ruolo e i risultati raggiunti, era il momento di parlare di un giusto riconoscimento economico. Niente lamenti, niente drammi. Solo fatti, e la voglia di andare avanti insieme.
E se va male? Non è la fine del mondo
Te lo dico subito: non sempre va come speri. A me è successo, e non è stato bello. Ma il modo in cui reagisci a un no dice molto di te. Invece di alzarmi e sbattere la porta (la tentazione c’era), ho chiesto cosa avrei dovuto fare per meritarmi quell’aumento. Ho ottenuto una risposta chiara, degli obiettivi precisi, e dopo qualche mese sono tornato alla carica. E ce l’ho fatta.
Quindi sì, come chiedere un aumento non è una scienza esatta, e a volte il momento non è quello giusto. Ma se non chiedi, resterai sempre con il dubbio.
La mia opinione finale? Buttati, ma fallo con testa
Se c’è una cosa che ho imparato, è che nessuno ti regala nulla, nemmeno il datore di lavoro più generoso del mondo. Se pensi che il tuo stipendio non sia all’altezza di quello che dai ogni giorno, devi fartene carico e agire. Ma fallo con intelligenza, con preparazione e soprattutto con rispetto verso te stesso e verso chi hai davanti.
Ah, e ricordati: come chiedere un aumento non vuol dire solo parlare di soldi. È anche un’occasione per fare il punto sul tuo percorso, per capire dove sei e dove vuoi andare. E se la risposta è che meriti di più… beh, fallo sapere al mondo. O almeno al tuo capo!